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Claudia Cattelan, designer immersa nell’industria Visual

Torniamo alla nostra rubrica di interviste a ex-studenti durante questa calda estate. Claudia Cattelan, nostra ex allieva di Visual Design, ha condiviso con noi le sue esperienze post lavoro e le sue memorie presso IDP, con la speranza di poter portare speranza a futuri visual designer aspiranti dell’industria.

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Ciao, come ti chiami, quanti anni hai e di cosa ti occupi?

Ciao! Sono Claudia, ho 24 anni e sono visual designer nell’ufficio comunicazione di un’agenzia di eventi.

Quale corso hai frequentato presso l’Istituto Design Palladio? In che anno ti sei diplomata?

Ho frequentato il corso di Visual Design e mi sono diplomata nel 2018.

Perché hai scelto un corso IDP invece di un percorso universitario tradizionale?

Ho scelto un corso IDP perché mi ha permesso di imparare elementi fondamentali per il mio futuro lavoro e soprattutto mi ha dato la possibilità di metterli in pratica, al contrario dei percorsi tradizionali universitari prettamente teorici.

C’è un motivo particolare per cui hai scelto di iscriverti al corso di Visual Design? Avevi una particolare passione per le materie trattate o ti ha motivato altro?

Mi sono iscritta al corso di Visual perché sono rimasta affascinata dalle materie trattate e dal modo in cui venivano approfondite. In particolare modo, dalla varietà di tecniche e argomenti che mi hanno permesso di capire successivamente quale percorso professionale intraprendere.

Ci sono stati progetti e/o obbiettivi raggiunti durante la frequenza del corso che ti hanno portato particolare soddisfazione? Raccontaci quali e perché.

Ogni progetto essendo diverso dagli altri, è stato soddisfacente. Uno dei progetti che ricordo con piacere è stato del corso di editoria, dovevamo creare un piccolo libro che ci rappresentasse. Io ho realizzato un tributo alle donne: il progetto era partito dall’idea dai segni lasciati dallo smalto applicato nelle unghie. Ho pensato che questi segni potessero essere collegati ai graffi, e di conseguenza ho deciso di ricreare un libro riguardante la violenza contro le donne. Lo ricordo con soddisfazione perché è stato un progetto che doveva partire da me, ma che alla fine è diventato rappresentante di tutti. Un altro è stato il mio progetto di tesi, che mi ha permesso di studiare il panorama musicale attuale e passato, che è una delle mie più grandi passioni e di lavorare a stretto contatto con un gruppo musicale veronese, per creare la loro copertina del disco e di sviluppare una serie di materiali, con allestimenti coordinati alla loro immagine.

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All’inizio del tuo percorso di studi con IDP avevi già in mente la carriera che avresti voluto intraprendere una volta diplomato o ti sei chiarito le idee strada facendo?

No, non avevo ancora deciso che lavoro fare nella mia vita. Arrivando da un percorso di liceo artistico, indirizzato nell’area dell’architettura, ho avuto modo nel corso dei tre anni di capire quale fosse la strada in cui ero più portata e credo che sia stato il mio percorso a IDP ad avermi chiarito le idee in maniera conclusiva.

Hai qualche consiglio da dare a chi non ha ancora le idee chiare in merito al percorso professionale da intraprendere?

Il consiglio che mi sento di dare è quello di cercare di assorbire tutto quello che viene insegnato, in modo da poter mettere in pratica, nei vari campi legati al Visual design, tutto in maniera costruttiva. Verrà poi naturale capire per quale via si è più portati.

In quale azienda hai effettuato lo stage e come ti sei trovato? Pensi che sia stata una esperienza utile per introdurti nel mondo del lavoro?

Ho effettuato lo stage nell’ufficio comunicazione di un’agenzia di eventi, mi sono trovata bene (tutt’ora lavoro lì). Tra l’altro ho trovato altri ragazzi provenienti da IDP, che mi hanno fatta sentire a casa. Sicuramente è stata un’esperienza utile, che mi ha messa alla prova e mi ha fatto capire quali erano le mie competenze e le mie lacune in quel momento.

Se dovessi consigliare ad un amico il tuo stesso corso, cosa gli racconteresti?

Gli racconterei che in ogni centimetro di Palladio c’è qualcosa da imparare: dai muri, ai professori, ai compagni di corso. Gli direi di stare tranquillo perché ogni cosa viene spiegata da zero e che se spinto dalla passione saranno tre anni meravigliosi con molteplici possibilità di apprendimento e di carriera da cogliere.

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Dopo il diploma ti sei sentito pronta ad entrare nel mondo del lavoro? Avevi obiettivi o aspettative particolari?

Si, subito dopo aver concluso lo stage del terzo anno non vedevo l’ora di tornare nel mondo del lavoro. Durante la penultima settimana di stage, mi era stato chiesto di tornare a lavorare nell’agenzia dopo la conclusione degli esami, quindi il mio obiettivo era concludere bene l’anno formativo per potermi dedicare al lavoro.

Quanto tempo hai impiegato per trovare lavoro? Hai adottato strategie particolari (contattato agenzie, inviato CV, promosso il tuo portfolio sui social ecc.)?

Ho iniziato a lavorare immediatamente, una settimana prima di concludere gli esami del terzo anno, nell’agenzia dove avevo svolto lo stage. Quindi, non ho perso tempo e non ho adottato nessuna strategia per trovare lavoro.

Quali consigli daresti ai neo-diplomati che stanno cercando di inserirsi nel mondo del lavoro?

Un consiglio che mi sento di dare è quello di essere sempre curiosi, disposti a imparare cose nuove, di mostrarsi sempre per come sono e di essere sempre sinceri (non fingere di sapere fare cose che in realtà non sanno fare).

Hai raggiunto qualche traguardo lavorativo particolarmente interessante o gratificante? Se si, ti va di condividerli con noi?

Un traguardo lavorativo che ricorderò per tutta la vita è sicuramente il tour Atlantico di Marco Mengoni, che mi ha tenuta in viaggio per un mese. Ho partecipato come referente dell’agenzia in cui lavoro, per un nostro cliente che ne era partner, svolgendo delle attività in ogni tappa del tour assieme a un team di allestitori e di hostess.

Cosa ti fa ancora sorridere, o cosa ricordi con maggior nostalgia, quando ripensi al periodo trascorso nella famiglia IDP?

La spensieratezza e il luogo pieno di energia positiva è la parte che mi manca di più, assieme alle persone che ho conosciuto, con cui ho mantenuto i contatti per quanto possibile. Entrare ancora oggi mi fa sentire a casa.

Un’ultima domanda, hai un sogno nel cassetto o un progetto particolare che ti piacerebbe realizzare? Non deve essere per forza legato alla tua carriera professionale.

Sì, ma una volta mi hanno detto che se lo dici non si avvera. 🙂

 

Grazie Claudia per il tuo tempo e le tue memorie. Qualunque sia il tuo sogno, speriamo vivamente che si avveri e che un giorno, dopo averlo raggiunto, tu possa tornare con noi per raccontarcelo.
Nel frattempo, buona fortuna!

Ti interessa saperne di più sul corso che ha frequentato Claudia?
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