Consigli e segreti per aspiranti illustratrici e illustratori

Oggi giochiamo in casa e, per rispondere alle domande relative al corso di illustrazione che spesso ci vengono poste durante gli open day, abbiamo chiesto proprio al coordinatore del corso, nonché illustratore professionista e nostro docente, Andrea Alemanno.

Abbiamo invitato Andrea a raccontarci il suo percorso, i suoi piccoli segreti e le sfide del mestiere. Dalla passione per il disegno nata nell’infanzia fino alla realizzazione di progetti per case editrici internazionali, scopriamo insieme cosa significa vivere di creatività e come un giovane aspirante illustratore può trasformare la sua passione in una carriera.

Buongiorno Andrea, grazie per essere qui con noi oggi. Per cominciare, potresti raccontarci brevemente chi sei e qual è stato il tuo percorso per diventare illustratore?

Ciao a tutti!
Sono un disegnatore e vivo a Mantova. Se oggi sono un illustratore lo devo in principal modo al mio percorso di studi e alla mia passione per il disegno.
Ho fatto studi artistici perché ho sempre disegnato fin da piccolo (ho iniziato copiando quello che faceva mio fratello maggiore) ma durante gli anni dell’accademia ho capito che il disegno doveva essere parte della mia vita professionale. Se dovevo girare un cortometraggio, lo facevo in animazione. Se potevo, disegnavo ciò che leggevo e quindi subito dopo la laurea feci  un master in illustrazione che  mi permise di affinare tutto ciò che avevo imparato, di rimescolarlo un po’ e darmi quella motivazione in più a diventare illustratore.

In cosa consiste esattamente il lavoro di un illustratore? Quali sono le principali attività quotidiane?

Essere illustratore vuol dire realizzare immagini da testi e idee di altri (ma anche da noi stessi). Illustrazione però non vuol dire disegnare solo per i libri. Che sia un muro, un mobile, una cartolina, una maglietta, o una qualunque superficie che può essere colorata e decorata, allora lì può esserci un illustratore!
Se si realizza questo, allora ogni giorno è una nuova avventura. Oggi disegno una copertina, domani aiuti una onlus con delle cartoline natalizie (anche se siamo a Luglio), oppure rispondi ad un preventivo per un videogioco.
Certo è che questa professione non è fatta solo dal disegno. Bisogna avere una sana curiosità verso ogni cosa possa essere d’ispirazione, bisogna sapersi mettere in gioco e, perché no, accettare anche di sbagliare di tanto in tanto e ricordarsi che risolviamo i problemi di altri solo con la nostra tecnica e il nostro disegno.

Puoi parlarci dei tipi di progetti su cui hai lavorato e con quali tipi di clienti collabori?

Io collaboro con vari mercati, per lo più per la carta stampata. Albi illustrati, libri per la scolastica, copertine, giochi di vario tipo sono il mio “pane” quotidiano.
Ad oggi ho pubblicato con editori da tutto il mondo ma tra questi posso citare: Mondadori, Einaudi, Familius, Uovonero, Laberinto, Feuerland, Pegasus e molti altri. Lavoro da 12 anni e ogni anno ho nuovi clienti interessati a collaborare con me.

Abbiamo letto che disegni mappe fantasy, una tua grande passione. Come è nata questa passione e come si è integrata nella tua professione?

Sono un nerd, lo ammetto! Amo tutto ciò che è fantasy, il primo libro che ho letto è stato “il signore degli anelli” e a casa ho una copia autografata dai due illustratori più famosi che hanno lavorato per questo libro (ovviamente sotto vetro). Quindi quando ho iniziato a giocare di ruolo, poter disegnare le mappe dei luoghi che esploravo con gli amici è stato uno stimolo quasi naturale da soddisfare.
Col tempo c’ho preso la mano e ho scoperto che poteva essere un mercato editoriale in cui potevo lavorare. Oggi ho unito passione al lavoro e quando mi arriva una nuova commissione per una mappa, sono super felice!

Da dove trai ispirazione per le tue illustrazioni?

Le ispirazioni sono molteplici. Sarò banale ma sicuramente film e telefilm sono un buon punto di partenza così come i pittori di ogni epoca sono una fonte inestimabile e le mie cartelle di Pinterest traboccano di quadri e pittori ma anche di scultori, concept artist, architetti e fotografi. Vivo tra le immagini insomma! Ho una cartella sul computer con giga e giga di foto divise per argomento (si va dalle pose alle luci noir, dagli oggetti d’epoca ai poster dei film)!

Quali strumenti e tecniche utilizzi maggiormente nel tuo lavoro?

Metto le mani avanti, non datemi dell’acrilico perché per me quella tecnica è impossibile! Io ho sempre disegnato con penne e matite su quaderni di dubbia qualità e  quando ho scoperto che si poteva disegnare in digitale, mi si è aperto un mondo di infinite possibilità. Oggi potevo imitare l’acquerello, domani le matite o i Pantoni (l’acrilico in digitale neanche ci provo!). Ho iniziato quando in Italia il settore dell’illustrazione guardava con sospetto questo nuovo strumento e ricordo quando dovetti stampare delle cromalin per dimostrare ad un editore che effettivamente quello che facevo sul monitor poteva essere stampato senza preoccupazioni!

Quali sono le maggiori sfide che incontri come illustratore?

Quando apri una mail o incontri un editore che ti propone un nuovo progetto le sfide sono tantissime. Il più delle volte è uno scambio di idee, capire cosa si aspetta il cliente e cosa tu puoi dare al progetto.
A volte ti trovi tra le mani un testo come Falaria, scritto da Bruno Tognolini (pubblicato da Animamundi edizioni), che è una cosmogonia dell’infante. Un testo complesso e ricco di immagini di ogni tipo e lì bisogna prendere delle decisioni, capire cosa puoi dare al testo con il tuo lavoro. Altre volte invece bisogna essere più didascalici, attenersi al brief perché gli aspetti tecnici sono di più di quelli creativi.
Vi assicuro che questa come sfida è abbastanza!

Come docente all’Istituto Design Palladio, come trasmetti la tua esperienza e le tue conoscenze agli studenti?

Che domanda! Durante i miei corsi il più delle volte li metto davanti ad esperienze reali di lavoro. Un concorso di illustrazione, un progetto a cui ho lavorato, una copertina che può essere interessante da esplorare. Poi spesso si finisce a parlare di aspetti tecnici inerenti alla libera professione come ad esempio: “come faccio a rispettare una scadenza?” oppure “come si fa un preventivo?” e lì si parla per ore!

Quali sono le competenze principali che un giovane illustratore deve sviluppare durante il corso biennale di illustrazione?

Declinarsi nei vari mercati esistenti oggi è fondamentale. Un tempo c’era una divisione netta tra fumettista e illustratore ad esempio. Oggi non è più così, un concept artist può fare l’illustratore per albi illustrati, firmare una copertina per il New Yorker, disegnare un’etichetta per la pasta e sviluppare delle carte da parati. Per questo motivo durante il biennio si sperimentano vari mercati con i docenti pronti a fornire la propria professionalità e la propria esperienza lavorativa.
Oggi avere un docente che ha effettivamente lavorato per questo o quel mercato è una risorsa inestimabile.

Quali sono le opportunità di carriera per un illustratore al termine del corso?

Le opportunità sono molteplici per non dire infinite. Come dicevo prima, una qualunque superficie può diventare un mercato da conquistare. Una parete alta 6 metri, un’insegna illustrata, un banner per un sito, una copertina per un romanzo noir, un albo illustrato per i più piccoli, un gioco per bambini o per adulti, una graphic novel, un fumetto autoprodotto, un concept art e chi più ne ha più ne metta.
C’è sempre qualcuno che avrà bisogno di chi saprà disegnare le proprie idee e noi siamo lì che l’aspettiamo!

Quali consigli daresti a un giovane che ha la passione per il disegno e vorrebbe trasformarla in una professione?

Di consigli ne avrei tantissimi, ma forse il primo della lista dovrebbe essere: siate curiosi, perché senza un interesse verso ciò che ci circonda il nostro disegno rimane povero. Certo, non basta, però la curiosità è un ottimo carburante per migliorare il nostro segno e non stancarsi mai di sperimentare ed evolverci.

Tra la decisione di diventare illustratore e il diventarlo effettivamente c’è un unico piccolo ostacolo: trovare qualcuno disposto a pagare per le proprie illustrazioni. Quali strategie consiglieresti per attirare i primi clienti? Come possono i giovani illustratori farsi notare?

Il mercato del disegno in generale è sempre molto competitivo. Valuta che i miei competitor si trovano su tutto il globo. Iniziare a lavorare però non è complesso, basta iniziare dal piccolo. Alcuni illustratori si sono fatti notare collaborando con il proprio comune, con varie associazioni della città dove risiedono oppure vendendo nelle librerie le loro cartoline o creando partnership con negozianti che hanno i loro stessi valori.
Poi il secondo passo è conoscere il mercato. Sei un disegnatore di albi per piccoli? Ok, ma di quale fascia? Un board book e un picture book in libreria potrebbero stare sullo stesso scaffale ma gli stilemi sono diversi, conoscerli è fondamentale per capire quale tipo di prodotto ti è più affine da disegnare.
Infine i concorsi, spesso un concorso ha in giuria qualche editore o art director e iniziare con questi permette di far girare il proprio nome.

Quanto è importante avere un buon portfolio e come consigli di costruirlo? Quali strategie suggerisci per ottenere visibilità nel settore?

Sul portfolio dedico sempre un po’ di ore all’IDP. Ogni tanto tengo anche dei laboratori ad hoc. Il portfolio è una vetrina di ciò che sappiamo fare ma dobbiamo capire anche cosa vogliamo mostrare e a chi. Spesso ho ricevuto portfolio bellissimi che però non erano in linea con ciò che cercavo o chiedevo e questo forse è il primo errore da evitare (anche per non ricevere un no di troppo!).

Come vedi l’evoluzione del mercato dell’illustrazione nei prossimi anni? Ci sono nuove tendenze o opportunità che i giovani illustratori dovrebbero considerare?

Il mercato è in evoluzione mese dopo mese. Ogni anno nascono nuovi trend che a volte spariscono velocemente e altri invece rimangono per tantissimo.
In più il mercato è diventato sempre più attento ai temi attuali e se fino a qualche anno fa era impensabile trovare libri o case editrici che avevano in catalogo libri LGBTQIA+ oggi invece molti si dichiarano apertamente a favore di questi temi e anzi creano concorsi e submission dedicati solo a questi.
Da un lato più tecnico le AI hanno creato un bello scossone e in alcuni mercati come quello della concept art qualche contraccolpo lo ha creato ma ad oggi, finchè questo nuovo mezzo non viene regolamentato, è difficile capire quali sviluppi avrà. Per certo è uno degli aspetti che si affronteranno durante il corso.

Cosa diresti ai ragazzi che stanno considerando di iscriversi al corso di illustrazione dell’Istituto Design Palladio?

Preparatevi a disegnare tanto, a disegnare cose che non avreste mai pensato e soprattutto mettetevi in gioco! Questo percorso è pensato per mettervi di fronte alle tante possibilità lavorative che potrete incontrare un domani. Non siate timorosi di sbagliare e rifare perché l’errore è alla base della tecnica!

Dove possono seguirti e vedere i tuoi lavori i ragazzi interessati?

Online mi trovate facilmente sul mio sito: www.andreaalemanno.com, su IG: @andrea_alemanno_illustrator e su una nuova piattaforma gestita da illustratori che si chiama Cara: https://cara.app/lepracauno

Grazie a tutti e ci vediamo all’IDP!

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