Calearo riceve il premio da linea Zero

L’ex studente Federico Calearo ci svela il successo dietro il suo progetto di Interior Design

Dopo un po’ di assenza torna (finalmente) la rubrica dedicata alle interviste degli ex-studenti IDP.

Abbiamo cercato una storia che potesse essere fonte di ispirazione sia per gli attuali studenti sia per chi, ancora incerto, vuole avvicinarsi al mondo del design, intervistando Federico Calearo che, fresco di diploma, è già stato protagonista di un incredibile successo in questo campo.

Come scoprirete leggendo, il suo progetto di tesi ha ricevuto un riconoscimento straordinario da “Linea Zero“, azienda che opera nel settore dell’illuminazione d’interni, fondata a Verona nel 1973.

Curiosi? Continuate a leggere.

Ciao Federico, in primis una breve introduzione per chi non ti conosce: come ti chiami, quanti anni hai, dove abiti?

Ciao! Mi chiamo Federico Calearo, ho 22 anni e abito ad Arzignano nella provincia di Vicenza.

Ti sei recentemente diplomato presso l’Istituto Design Palladio, che corso hai frequentato?

All’IDP ho frequentato il corso triennale di Interior Design.

Perché hai scelto un corso IDP invece di un percorso universitario tradizionale?

Principalmente perché mi hanno colpito due cose: l’organizzazione dei corsi che vengono rivalutati ogni anno e il fatto che c’è un rapporto molto stretto tra professori e studenti che permette di essere seguiti in modo costante.

C’è un motivo particolare per cui hai scelto di iscriverti a Interior Design? Avevi una particolare passione per le materie trattate o ti ha motivato altro?

Ho scelto questo corso perché fin dalle superiori mi incuriosiva questo campo, guardavo le riviste di settore e provavo interesse; quindi per semplice curiosità di imparare qualcosa di nuovo e di cimentarmi in un mondo che fosse a contatto con l’arte.

Parlando degli anni trascorsi al Palladio, quali sono stati gli insegnamenti più preziosi? In che modo la scuola ha contribuito alla tua crescita professionale?

Gli insegnamenti che ritengo più preziosi sono i numerosi consigli e commenti di ogni professore che portano la propria esperienza professionale nelle aule. 

I programmi e il disegno a mano sono degli strumenti necessari in questo lavoro come il corso di ergonomia; credo che sia molto importante e prezioso, in quanto ogni progetto nasce da solide basi tecniche, non solo dal puro senso estetico. 

Per concludere, i corsi di Fotografia e Product Design li ho reputati davvero interessanti.

Durante la cerimonia dei diplomi che si è tenuta in Gran Guardia ad Ottobre hai ricevuto una notizia speciale, ce la vuoi raccontare? 

Sì, durante la cerimonia non me l’aspettavo di essere chiamato per ultimo, ho pensato che ci fosse qualcosa di strano con la “scaletta”, invece, a mia insaputa, è stata presentata al pubblico presente la mia lampada, progettata per l’azienda Linea Zero. Sono salito sul palco e dopo la presentazione della mia tesi il titolare dell’azienda Alessandro Zavater ha mostrato a me e al pubblico la lampada definitiva, la versione per la produzione.

Calearo, Zavater e Barbieri

Come ti sei sentito quando hai scoperto che la tua lampada sarà prodotta e commercializzata da Linea Zero? Quali sono stati i tuoi pensieri ed emozioni in quel momento?

Sinceramente non me l’aspettavo, sono stato stupito dalla notizia. Inizialmente, dopo l’esame del corso di Product Design, ci era stato richiesto di condividere il PDF della presentazione in versione corta all’azienda; da lì io e altri miei compagni siamo stati scelti per portare il modellino all’azienda. 

“Linea Zero”, dopo qualche settimana, mi ha contattato: la mia lampada era stata scelta per la produzione. 

Sentire questa notizia mi ha reso molto felice, poi, quando sono passato in azienda a vedere la lampada, mi sono emozionato. Ho avuto il contatto con la realtà, vedere e toccare con mano qualcosa che è nato dalla tua idea è bellissimo.

Parliamo del processo che ti ha portato a realizzarla: da cosa hai tratto ispirazione per idearla? C’è qualche designer a cui ti sei ispirato?

Il processo iniziale è nato in modo molto semplice, dall’idea di voler creare qualcosa che galleggiasse. 

Da questo pensiero ho cominciato a riflettere su cosa potesse già galleggiare in natura: il fiore di loto. Successivamente ne è risultato un prodotto con un diverso supporto/scopo, un’applique o un plafone.

Lampada di Calearo per Linea Zero

Ci sono stati momenti particolarmente significativi o sfide che hai dovuto superare durante lo sviluppo del progetto?

Inizialmente avevo progettato una lampada da tavolo con l’uso di due materiali, polilux e alluminio. Questo progetto però venne accantonato perché ricordava molto una vecchia lampada già dell’azienda. Dopodichè ho avuto un momento di vuoto creativo. Successivamente ho avuto l’idea descritta in precedenza.

Hai qualche consiglio per gli studenti che stanno per intraprendere (o che vorrebbero intraprendere) il percorso di Interior Design all’IDP?

Consiglio di avere curiosità, non per forza verso il Design d’Interni ma verso l’Arte in generale.

Consiglieresti l’IDP? Perché?

Sì, consiglierei assolutamente questa scuola per il modo in cui ogni studente viene seguito e anche per la scelta delle materie mirate e sviluppate per rendere capace uno studente di progettare uno spazio dall’inizio alla fine.

Guardando al futuro, ci sono progetti o obiettivi che hai in mente sia per la sfera professionale che personale?

Un obiettivo è quello di imparare nuovi programmi del settore e di saper seguire un progetto anche nella sua parte burocratica, non solo progettuale. Oltre al mondo dell’Interior mi interessa molto il mondo della moda, infatti credo che successivamente frequenterò una scuola in Fashion Design. Spero un giorno di lavorare unendo entrambe le mie passioni. Nella sfera personale, sinceramente vorrei viaggiare, in particolare in Giappone.

Che la storia di Federico possa essere fonte di ispirazione per tutti gli aspiranti designer là fuori. Ti auguriamo il meglio per il tuo futuro professionale e personale, e che ogni passo che intraprenderai sia ricco di nuove opportunità e successi.

Calearo riceve il premio

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